Il termine mining deriva dall’inglese to mine, che significa estrarre, e nel caso dei bitcoin rappresenta il processo di condivisione della potenza di calcolo degli hardware dei partecipanti alla rete. La sicurezza nel sistema è affidata ad un meccanismo detto , ossia un registro pubblico e condiviso delle transazioni in ordine cronologico. Ogni 10 minuti circa, il sistema produce un nuovo blocco con le nuove transazioni in attesa di approvazione, che sarà aggiunto alla catena una volta convalidato. Il mining è quindi in sintesi il processo che porta all’aggiunta di nuovi blocchi alla blockchain. In cambio della potenza di calcolo, il sistema ricompensa i minatori (miners) con delle commissioni, più la possibilità di ricevere una parte dei Bitcoin appena creati. Le nuove unità BTC immesse, infatti, sono distribuite in maniera del tutto casuale, ma le probabilità di incassarle aumentano quanto maggiore è la potenza di calcolo messa a disposizione del sistema.
Il mining è un’attività estremamente costosa e complessa, sia in termini di CPU che di consumo di energia elettrica, per non parlare delle sempre più stringenti leggi che ne regolano l’attività.
Per aumentare la probabilità di riceverle nuovi bitcoin, è necessario utilizzare tecnologie con potenza di calcolo sempre maggiori, e già da anni l’estrazione con i computer domestici è diventata antieconomica. La prima soluzione al problema dei costi di estrazione è stata l’hardware ASIC (Applicatio Specific Integrated Circuit), progettato per potenziare il mining dei BTC.
Nel 2013 hanno quindi cominciato a fiorire le prime Asic farm a Singapore e in Cina, concentrate in zone dove le basse temperature e la presenza di centrali idroelettriche rendevano più conveniente ed efficiente il funzionamento delle apparecchiature. Nel tempo questi accentramenti si sono rivelati vantaggiosi, e si è diffusa la pratica del pool mining in altri paesi del mondo. Le pool, o miniere, consistono in raggruppamenti di miners che mettono in condivisione la propria potenza di calcolo, così da massimizzare le probabilità di ottenere dalla rete i nuovi bitcoin generati. Quelli ottenuti sono quindi distribuiti tra i partecipanti in maniera proporzionale alle risorse messe a disposizione per estrarli. In giro si trovano ancora software per l’estrazione da scaricare o contratti di cloud mining (che non richiedono l’acquisto di apparecchiature, ma sovvenzionano quelle esistenti), anche se l’estrazione domestica di bitcoin è diventata estremamente dispendiosa, ed è stata per lo più abbandonata.
L’Antminer è l’ASIC di Bitmain con cui si può minare bitcoin.
In realtà ne esistono anche alcune versioni che servono per minare altre criptovalute.
Un cosiddetto ASIC, ovvero un Application Specific Integrated Circuit, non è altro che un circuito integrato creato appositamente per effettuare un unico tipo di elaborazione o calcolo. In questo modo viene ottimizzato solo ed esclusivamente per effettuare quell’operazione, risultando più veloce e meno energivoro di soluzioni più generiche.
Nel caso degli Antminer l’operazione eseguita dall’ASIC è per l’appunto il calcolo di hash utilizzando algoritmi come SHA256.
In realtà i singoli Antminer sono a loro volta composti da diversi ASIC che lavorano in parallelo, e solo in questo modo riescono a raggiungere quegli straordinari numeri.
Tuttavia consumano moltissima energia elettrica, senza per altro dare alcuna garanzia di incasso. Essendo infatti il mining una competizione, se gli altri competitor performano meglio è persino possibile non riuscire a raccogliere nulla.
Per questo sono nate le mining pool, che consentono ai singoli utenti di condividere la loro potenza di calcolo con altri utenti, spartendosi poi gli eventuali introiti, in modo da massimizzare la possibilità di riuscire ad incassare qualcosa.
Cosa è il GPU mining e come funziona.
Il GPU mining è un processo che prevede la risoluzione di complessi problemi crittografici per verificare e convalidare dei blocchi di dati utilizzando componenti hardware del computer – in questo caso delle schede video. I miner che partecipano al processo di mining vengono premiati in criptovaluta per il lavoro svolto.
Il GPU mining serve a convalidare e aggiungere dei blocchi di dati su una blockchain, per poi ottenere una ricompensa (solitamente pagata in criptovaluta) attraverso l’uso dell’unità di elaborazione grafica (GPU) di un computer.
Poiché il mining comporta la risoluzione di complessi problemi crittografici per verificare e aggiungere i blocchi di dati su blockchain, l’hardware GPU richiesto per questo tipo di mining deve essere molto performante.
Nel GPU mining, il computer, o meglio la scheda video, elabora un algoritmo matematico crittografato e lo trasforma in un output – ovvero un numero a 256 bit.
Protetti da questi problemi crittografici che i computer devono risolvere sono i dettagli delle transazioni eseguite in una data criptovaluta. Per la convalida di questi dati, i miner vengono premiati con delle criptovalute al termine del processo di mining.
Quando il problema crittografico viene risolto dalla scheda video utilizzata per il mining, si ottiene un output composta da 64 caratteri apparentemente casuali chiamato hash. Una volta trovato l’hash, il blocco viene chiuso e il miner – o la mining pool – viene ricompensato con la criptovaluta appena minata, più eventuali commissioni di transazione.
Proprio come esistono diverse criptovalute costruite su blockchain diverse, sono disponibili diversi algoritmi di mining. Pertanto, l’hash (il prodotto del mining) cambia in base ai diversi tipi di blockchain su cui si va a operare.
Basato su protocollo LoRaWAN.
LoRaWAN è un protocollo di rete LPWA (bassa potenza, ampio raggio) progettato per collegare dispositivi IoT a Internet senza fili. È un’alternativa alla tecnologia cellulare (Cat-M e NB-IoT) e sta prendendo piede in applicazioni IoT agricole, industriali e commerciali. Il sito Web della LoRa Alliance è un ottimo punto di partenza per conoscere meglio la tecnologia LoRaWAN.
Helium è una rete globale e distribuita di hotspot che creano una copertura wireless pubblica a lungo raggio per i dispositivi IoT abilitati per LoRaWAN. Gli hotspot producono e sono compensati in HNT, la criptovaluta nativa della blockchain Helium”.
Quella di Helium è una blockchain pubblica e open-source sviluppata per incentivare la creazione di una rete wireless fisica e decentralizzata. Invece di costruirsi la rete in prima persona, Helium paga le persone in criptovaluta per far funzionare gli hotspot LoRaWAN. Geniale! Gli host degli hotspot sono pagati in Helium Network Token (HNT).
Soluzioni di raffreddamento a liquido.
La maggior parte di coloro che hanno iniziato l’attività di crypto-mining di criptovalute sanno che sta diventando sempre più difficile. Difficoltà in aumento, enorme consumo di energia, rumore molto forte, enorme quantità di calore, grande ingombro di dispositivi distanziati, polvere, vibrazioni e umidità, manutenzione regolare dei miners sporchi, nessun modo possibile per overcloccare dispositivi già caldi, bassa affidabilità e riparazioni frequenti. Tutto ciò significa tempi di inattività e rende il mining di criptovalute inefficiente e doloroso. Alcuni conoscono i vantaggi del tubare liquido, ma credono che un’installazione sofisticata con costosi fluidi fluorochimici sia disponibile solo per le aziende più grandi come Bitmain.
Disponibile per ogni individuo che diventa professionista con più dispositivi o per miners di piccole e medie dimensioni. Il raffreddamento ad immersione con fluido ingegnerizzato dielettrico monofase e compatibile con i materiali risolve tutti i problemi di cui sopra. UNI Mining Enclosure HODL fino a 72 GPU, o 18 miner asic S9/G32-500/A10 standard o 6-8 miner S17Pro con alimentatori.
Gestisce fino a 6 piattaforme con 12 GPU ciascuna (totale 72), o 18 miner ASIC S9/G32-500 standard, o 6/8 miner S17Pro. Saranno supportati anche i futuri miners.
La custodia per mining ILC universale consente uno scambio di calore efficiente che veicola il flusso di liquido ingegnerizzato proprietario attraverso la GPU, le schede madri, gli Asic e gli alimentatori. Quindi il fluido caldo 60C/140F viene diretto alla camera di deflusso conforme per evitare la miscelazione del refrigerante e per consentire la migliore estrazione di calore possibile. UNI Enclosure rimuove efficacemente il 100% del calore solitamente disperso e consente un’estrazione mineraria praticamente silenziosa in qualsiasi luogo con spazio 70x60x60.